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U 14: Paura di volare: e così AJ ci punisce

San Pio X - AJ Olimpia Milano  51 - 58     (19-16, 26-35, 38-43)

San Pio X: Acuto, Benna 2, Balzaretti, Vignati 5, Corti 2, Lacca 5, Piccolo 9, Mantovani 2, Trentani, Chen, Melchiori 26; n.e Domiziano. All. Ghisellini; vice Klau, Zecchini
Stats: t.l. 10/30 (Benna 2/2), da 2 19/69 (Melchiori 11/26), triple 4 (Vignati 1 /2), Rimbalzi difensivi 33 (Chen 7), offensivi 19 (Mantovani, Lacca 5), Turnover – 15 (32 palle perse e 17 Recuperate, Lacca +3), assists 2 (Vignati, Melchiori), valutazione 22 (Mantovani 9). Falli 17

AJ Olimpia Milano: Zanello 11, Tiengo 6, Villa 3, Oppizzi 3, Omazzi 10, Garini 4, Terziani 3, Tamè 3, Fiocca, Loizate 6, Novelli 3, Di Meco 6; all. Monguzzi, vice Cesati.; t.l. 7/22, triple 3 (Terziani, Tamè, Di Meco), falli 20.

Sconfitta metapsichica, meritata (sia chiaro) ed emblematica di cosa manca a questo gruppo per essere da urlo. L’anima! Il lavoro tecnico da fare è certamente molto intenso, ma non credo alla fine superiore a quanto spetta ai loro coetanei (Aj fa eccezione, sono ’97 ed un anno a quest’età è essenziale), ma è l’approccio mentale su cui occorre insistere e che questi ragazzi oggi purtroppo non hanno capito. La cronaca dirà perché.

Di fronte ad uno dei pubblici più composti che ricordi per gare del genere e con il piacevole esordio in panchina San Pio di Florian Klau ad affiancare Ghisellini e Vlad, si parte con due squadre schierate a uomo decisamente aggressive ed è il San Pio che prende in mano la situazione con un bello scatto in avanti (10-5 San pio con tripla di Vignati); Armani reagisce e sorpassa (16-14 con tripla di Tamè), ma Melchiori stampa con prepotenza un’entrata vincente con fallo subito che ci rilancia avanti di 3 alla fine del quarto (19-16 San Pio).
Secondo quarto coi nostri inamidatissimi: subiscono il pressing infernale con raddoppi vincenti che coach Monguzzi ordina ai suoi, becchiamo parziale di 11-0 e ci ritroviamo sotto 27-19 prima; dopo timida reazione avanzata da Riccardo Piccolo, unico in questo frangente a reagire al power play armanino che ci rilancia a -4 (25-29), ci facciamo solenni dormite difensive sul play avversario Villa che manda con deliziosi passaggi backdoor i suoi compagni a canestro talchè Armani si re-invola sino al 35-25 (max distacco fra le due squadre), mitigato da un tiro libero finale di Tiramolla Lacca.
Terzo quarto dove i nostri provano a stringere le maglie difensive, direi con successo perché in breve, grazie a Melchiori e Corti ci ritroviamo addosso all’Aj (37-35 Aj con parziale di 8-2), ma qui iniziano le grandi ombre bianco verdi, quelle che coach Ghisellini dannazione, vorrebbe estirpare anche con diserbanti oltre soglia d’inquinamento: l’ensemble bianco verde diventa un gruppo di manovalanza, senza leadership che fatica come pochi in difesa, ma smette di giocare di squadra, cercando le soluzioni meno logiche, ma che nel singolo infondono maggior sicurezza e cioè: giravolte da foca sottocanestro, inutili percussioni con virata, terzi tempi esoterici. Tutte cose che danno la sicurezza dell’esecuzione da campetto, ma che bloccano il miglioramento del gruppo…e qui vengono fuori gli approcci mentali dell’allenamento: se certi movimenti ampiamente spiegati durante la settimana poi non si ha la forza di inserirli nel vivo della gara, difficilmente cambi il senso di una partita che non sta girando bene. E che facciamo allora? Aj, pur sfiatata ed in evidente difficoltà fisico-tecnica, si riordina e lentamente ci rimette a distanza di sicurezza chiudendo a +5 il parziale (43-38).

Ultimo quarto coi nostri che purtroppo giocano a metà: duri nella loro metacampo, assolutamente esitanti e confusionari in quella altrui: ed è la fiera delle occasioni perdute: riavvicinamento a – 1 (43-42 dopo bella percussione di Piccolo), poi vantaggi stretti (46-42 Aj) con errori davvero marchiani da sotto da parte dei nostri (difensore battuto ma tiro facile sbagliato il leitmotiv); nuova percussione di Melchiori (46-44 AJ) con la palla del pareggio, sprecata con una rimessa laterale desolantemente lasciata nelle mani di Zanello che serve Loizate che punisce; nuova confusione dove, a 40 secondi dal termine siamo ancora lì (54-51), ma facciamo solo casino. Armani, pur visibilmente affaticata, è più squadra di noi, non perde la testa e vince meritatamente una gara che ai nostri servirà da lezione. Non ce ne vogliano gli armanini, che hanno guadagnato con merito e senza alcuna ombra il referto rosa, ma se le giovanili sono soprattutto luogo di miglioramento, detto fuori dai denti, i nostri hanno davvero dato l’impressione di aver giocato la parte finale della gara da marinaretti su una barca stoltamente pensata ingovernabile: il secondo quarto dell’Armani era un temporale, è stato giudicato un uragano e da lì ci siamo fatti piccoli, angosciosi ed insicuri. L’arbitraggio, pur a volte non eccelso, non è stato influente sull’andamento della gara, perché ha lasciato correre troppo su ambo i fronti.

Assumiamoci responsabilità:
1. Tirare 30 liberi e sbagliarne 20: questione di testa. In lunetta sei tu ed il canestro; gli avversari e l’arbitro non influiscono. Quando si fa 1/6 o 4/16 e la palla è la stessa di chi fa 2/2 son problemi tuoi.
2. Smettere di giocare in dai e vai negli ultimi 5 minuti non lo ha deciso l’allenatore; da quando ciò è accaduto abbiamo segnato meno di un punto al minuto; aggravante: l’Armani ha fatto solo poco di più (segno che di benzina ne avevano poca anche loro): un misto di autolesionismo, ingenuità e presunzione.
3. Cercare l’amico per passargli la palla quando ce n’è sempre uno libero in area vuol dire una sola cosa: insicurezza: tieni occhi sulla palla e cerchi chi ti vuole bene e da sicurezza. Affettiva. Non è il basket che il coach chiede a questo gruppo.
4. Difesa vuol dire anche parlare – urlare coi compagni: Aj muoveva la nostra difesa a meraviglia (specie nel secondo quarto): possibile che l’unico urlo difensivo che si è sentito è stato quello di Agostino Chen verso l’arbitro (punito con un tecnico sacrosanto)?

Ora il secondo posto è una questione privata fra Aj e Btown, posto che il SanPio per dire la sua dovrebbe vincere con Pallmilano, Btown e Azzurri Niguardesi, sperare che Btown e Aj ne perdano due...sperare nelle disgrazie altrui non è mai un modo auspicabile per qualificarsi.

Veniamo infine all’analisi comparata delle due gare: dinamica molto simile (primo quarto San pio, secondo quarto da tragedia per i nostri e successivi quarti che non ci hanno consentito di riaprire gare alla nostra portata), percentuali di tiro peggiori di 3 mesi fa ai liberi (37% all’andata, - 4%) e su azione (28% all’andata, -1% con 20 tentativi in meno che al ritorno), migliore governo delle plance in difesa (presi 8 rimbalzi in più) e minore reattività sui rimbalzi offensivi (5 in meno) e sui recuperi (11 palle in meno), lieve peggioramento nel controllo di palla (due palle perse in più) e soprattutto peggiore distribuzione punti fra i giocatori in campo (Melchiori segna il 52% dei punti della squadra).

Cari amici del 96 certamente questi ragazzi sono dotati…ma perché da promettente germoglio divengano fiore sgargiante occorre tanto lavoro senza che i ragazzi si credano arrivati: siamo ad una fase – INIZIALE - complessa sia dal punto di vista tecnico, psicologico ed umano in cui occorrerà che tutti quanti noi (giocatori-soprattutto-, accompagnatori, tecnici e anche Società) fare con impegno e responsabilità, scelte di investimento per la stagione 2010-11 che accelerino gli effetti grandemente benefici di questa annata. E che la stessa, mi sia consentito, possa essere soprattutto un grande stimolo per tutto il movimento giovanile San Pio ed in ultima analisi per la Società. In cui i palloni sgonfi e vecchi (lo ha detto un sondaggio interno al gruppo) possano essere sostituiti da materiale nuovo. Conforme e certificabile.

28/02/2010

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